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Il Natale è forse diventato come un'antica anfora romana?

24 Dicembre 2018Qualche anno fa, avvicinandosi la festa del Natale, don Tonino Bello inviò i suoi ormai famosi “auguri scomodi”. Il suo intento era quello di risvegliare le coscienze circa il valore di questa ricorrenza cristiana. Anche lo scrittore Alberto Moravia ha scritto sul tema del Natale parole che invitano a riflettere. «Il Natale -egli afferma -mi fa pensare a quelle anfore romane che ogni tanto i pescatori tirano fuori dal mare con le loro reti, tutte ricoperte di conchiglie e di incrostazioni marine che le rendono irriconoscibili. Per ritrovare la forma, bisogna togliere tutte le incrostazioni. Così il Natale. Per ritrovare il significato autentico bisognerebbe liberarlo da tutte le incrostazioni consumistiche (festaiole, abitudinarie e cerimoniose). Poi si vedrebbe».
Il miracolo del Natale è tutto contenuto nell’annuncio degli angeli ai pastori: «Troverete un bambino avvolto in fasce» (Lc 2,12). L’Onnipotente si rivela nella debolezza, l’Infinito diventa il piccolissimo bambino in fasce. Il Totalmente Altro si fa uno di noi. Il Dio invisibile, appare vicino, si presenta come il “Dio con noi”. E’ lui che ci cerca, ci sollecita, ci ama. Amore di Dio e amore dell’uomo si fondono nella persona di Cristo e costituiscono la permanente manifestazione di una umanità “divinizzata” e di un Dio “umanizzato”. Che mirabile scambio! Che incrocio stupendo di amore! S. Angela da Foligno, contemplando questo mistero esclamava: «Hai disfatto te per me!». In Gesù, Dio si rivela Bambino, Povero, Amore.
Con estrema sincerità, però, bisogna chiedersi: nel nostro tempo, a Natale c’è ancora posto per parlare di Gesù? In questi ultimi decenni, abbiamo assistito lentamente a una progressiva scristianizzazione della festa del Natale. L’aspetto commerciale ha preso il sopravvento su quello spirituale. Le città si rivestono di luci scintillanti, di dolci melodie, di nastrini colorati, di pacchi regalo piccoli o grandi. Le televisioni sempre di più allargano il loro spazio comunicativo a definire i dettagli del ricco pranzo di Natale. Intere trasmissioni si soffermano per illustrare le mete turistiche più gettonate o per suggerire i regali che più vanno di moda per quest’anno.
È una contraddizione evidente che proprio l’Occidente, forgiato nella sua storia e nella sua cultura dalla fede ebraico-cristiana, abbia trasformato il Natale da festa della presenza di Dio in mezzo agli uomini a una festa di uomini senza Dio; dalla contemplazione di Dio che si fa povero all’adorazione del dio Denaro; dall’accoglienza del Dono che salva perché ti ama, a servirsi di regali per farsi amare pensando così di vincere la paura del rimanere tremendamente soli.
Cari amici, se per ipotesi il vostro Natale è diventato come un’antica anfora romana, togliete tutte le incrostazioni e riscoprite il suo autentico significato. Questa bellissima festa ritorna ogni anno per ricordare a tutti di guardare dentro la propria anima, di valorizzare ciò che siamo e ciò che abbiamo. Soprattutto ci invita a considerare la vita come un pellegrinaggio verso Dio, ripercorrendo il cammino di Dio verso di noi.
Auguro a tutti voi che a Natale Gesù sia ancora l’ospite desiderato nella vostra casa, l’amico ricercato dal vostro cuore, la persona a cui affidare la vostra vita, il Signore che realizza la pace nel mondo.


Buon Natale, a tutti!
+Vito Angiuli
Vescovo di Ugento-S.Maria di Leuca